
Paolo Cozzaglio (nel libro Psichiatria intersoggettiva, 2014) delinea, a partire dal pensiero di Silvia Montefoschi, tre possibili modi di essere in relazione con l'Altro:
1. Nelle situazioni caratterizzate da interdipendenza simbiotica o statica, l'Altro è indispensabile perchè risponde, attraverso i ruoli che ricopre, a nostri bisogni ineludibili. Questa dipendenza disfunzionale dai ruoli dell'Altro nasce tipicamente come risposta al fallimento nell’appagamento di due bisogni relazionali fondamentali: quello di rispecchiamento e quello di riconoscimento. Nella simbiosi che ne deriva, ciò che mantiene il legame sono i ruoli in cui i soggetti si identificano per evitare rottura e separazione: ruoli rigidi compensano identità fragili. Sono le relazioni più primitive.
2. Nelle situazioni di interdipendenza reciproca o dinamica, i ruoli relazionali sono funzionali: si ha nel rapporto un reciproco rispecchiamento e riconoscimento che genera una sensazione di continuità relazionale, che permette ai soggetti di poter tollerare frustrazioni, conflitti e paura della rottura.
3. Nelle relazioni intersoggettive, i Soggetti vivono la reciproca soggettività. Essi, scrive Cozzaglio, "co-riflettono sul loro rapporto e ne divengono consapevoli. [...] Indipendentemente dai ruoli assunti ci si sente liberi di dirsi reciprocamente senza la costante paura dell’abbandono. [...] I bisogni di riconoscimento e rispecchiamento mutano in altri due bisogni essenziali del rapporto reciproco: il bisogno che l’altro ci sia, perché il soggetto possa dirsi e dicendosi riconosca sé stesso; il bisogno di dirsi in libertà, per essere sé stesso quale soggetto al cospetto dell’altro. [...] Possiamo anche spingerci più in là e chiamarlo propriamente relazione consapevole d’amore tra i Soggetti, in cui i due si riconoscono uno, identici e diversi al tempo stesso. [...] L’amore è la tensione che ci fa uscire dalla nostra egoicità per investire in modo creativo sul mondo. Amore non è da intendersi, pertanto, come puro sentimento, ma soprattutto come modo di conoscenza dell’altro. Nella relazione intersoggettiva come “rapporto consapevole d’amore” [...] non sono poste condizioni senza le quali la relazione non sussiste."
Il destino dell’uomo è quello di attraversare, nel corso della sua vita, tutti questi modi di relazionarsi: dalla simbiosi alla progressiva separazione dalla madre, da relazioni condizionate basate sulla pretesa che l'Altro ci sia per soddisfare i nostri bisogni alla possibilità di relazioni intersoggettive, che vivono prive di pretese e con bisogni legati alla cura della libertà e della soggettività dei due del rapporto. Tutti abbiamo il talento e la possibilità per tendere verso l'intersoggettività, che è il modo di essere in relazione più arricchente, stimolante ed appagante. Per fare questo dobbiamo accedere alla posizione di Soggetto, che esige il sacrificio di ogni forma di dipendenza e di passività.